Claudio Elli

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Il carattere poliedrico della sua interpretazione artistica, muta il senso della ricerca, avvertendo nell’artista i sintomi di crisi sociale.
I richiami culturali sono spesso evidenti dimostrando grande sensibilità e penetrazione psicologica, asserendo alla pittura una funzione, quella di costruire una realtà propria retta da proprie leggi di forma, indipendentemente dal dato naturale o emotivo, principio che è alla base di tutti gli sviluppi della pittura moderna.
Il lavoro in solitudine persegue tenacemente la realizzazione di un ordine mentale, che si esprime non a caso in forme provocatorie …

Cosa chiedersi davanti a una tela di Claudio Elli?
Certamente lo stupore. Certamente sarebbe opportuno che si imparasse, nella ricerca di un dialogo con un pezzo di arte contemporanea, a non porsi domande relativamente alla forma. Non è infatti cosa utile ricercare nell’ informale una forma a tutti i costi, perché in tal modo si arriva a snaturare il senso stesso dell’ informale. L’osservatore non deve fare violenza al quadro, a ciò che volutamente non ha forma.

Che approccio resta, allora, se non quello dello stupore?
Solo a questo punto entra in gioco la consapevolezza di compiere, solo ed esclusivamente un viaggio nel piacere estetico, fatto di emozioni e rimandi al dato concreto della vita (che sono diversi per ciascuno di noi), fatto di impulsi passionali che vivificano e al contempo traggono energia dalla materia dei pezzi, lavorata, manipolata, riordinata, tolta e rimessa sul supporto fissata faticosamente perché odia essere imprigionata nelle due dimensioni e quindi cerca sempre di sfuggire verso il piano dell’osservatore.
Ecco cosa viene dal silenzio: una storia di equilibri che si rompono e si creano in costante crescendo.
A seconda di come noi ci predisponiamo alla relazione interiore.